Testo di Marco Di Pietro
Le “targhe storiche” sono ormai una realtà. Dopo anni di attesa (se ne parla dal 2020, ma l’iter del progetto ha avuto un’accelerazione soltanto a partire da agosto scorso), ora è finalmente possibile ottenere la reimmatricolazione di un veicolo di interesse storico con il numero di targa originario della prima immatricolazione. A fine novembre 2023, 60 giorni dopo la pubblicazione del Decreto sulla Gazzetta Ufficiale, è partita la sperimentazione in un numero selezionato di STA (Sportello Telematico dell’Automobilista), collegati al Pubblico Registro Automobilistico dell’Automobile Club d’Italia e ai sistemi informatici della Motorizzazione.
Finora, però, nessuna targa storica è ancora arrivata nelle mani degli appassionati che ne hanno fatto richiesta (e sembra che siano moltissimi i collezionisti in attesa). L’avvio del sistema pare dunque andare a rilento per il necessario rodaggio dell’iter burocratico e produttivo, che coinvolge molti soggetti (Motorizzazione, Archivio Pra, Sportelli Telematici dell’Automobilista e Istituto Poligrafico dello Stato). La fase sperimentale, che avrebbe dovuto concludersi l’8 gennaio scorso, continuerà ancora e limitatamente agli STA coinvolti nel periodo di kick off, mentre tutte le altre agenzie saranno abilitate soltanto successivamente.
A regime, però, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che produce le targhe storiche (così come tutte quelle “nuove”) nel suo stabilimento di Foggia, ha assicurato la consegna all’agenzia di pratiche automobilistiche che ha presentato la richiesta nell’arco di due settimane dall’ordine: quindi la pratica verrà perfezionata in un tempo molto ragionevole.
Una notizia positiva comunque c’è: la situazione è destinata a sbloccarsi molto presto. Lunedì 5 febbraio il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini consegnerà personalmente la prima targa storica durante una breve cerimonia presso la Motorizzazione di Cremona. La riceverà il proprietario di una Vespa 180 Super Sport, una delle versioni più ambite di questo modello dai collezionisti, prodotta dalla fine del 1964 in 35.700 esemplari, ma oggi rarissima da reperire.
Non tutte le auto, le moto e i mezzi agricoli possono ottenere una targa storica. Il decreto prevede 3 fattispecie: i veicoli radiati dal Pra, i veicoli reimmatricolati nel corso della loro esistenza, i veicoli di origine sconosciuta, ossia privi di documenti di circolazione. Si nota, quindi, che si tratta comunque inderogabilmente di veicoli che all’origine erano iscritti al Pubblico Registro. Mancano, dunque, i veicoli che sono stati immatricolati per la prima volta in un Paese estero. Che attualmente possono essere nazionalizzati e targati con un contrassegno di identificazione del tipo ora in uso (le targhe attuali conformi alle normative europee).
Grazie alla digitalizzazione degli archivi Pra, attraverso un’interrogazione sul numero di telaio, ACI è in grado di ricostruire tutta la storia di qualsiasi veicolo, e quindi reperire la sigla della targa assegnata nella prima immatricolazione. È questo il primo atto della pratica di emissione delle targhe storiche.
Qual è il percorso da effettuare per ricevere una targa storica? Quali sono i costi? Quali sono i tempi di emissione? Partiamo dall’iter: secondo quanto illustrato nel Decreto Attuativo del 4 agosto 2023 che recepiva la Legge 178 del 30 dicembre 2020 (la “Legge di Bilancio 2021”, che conteneva il provvedimento sulle targhe storiche), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 225 del 26 settembre 2023 e illustrato nei dettagli operativi dal Decreto del Direttore Generale della Motorizzazione del 21 novembre 2023 e dalla Circolare congiunta di ACI e del Ministero dei Trasporti dei giorni seguenti, il proprietario deve presentare un’istanza apposita alla Motorizzazione, pagare i diritti e gli emolumenti relativi alla pratica (10,20 euro di diritti alla MCTC, 64 euro per 4 marche da bollo, 27 euro di emolumenti del Pra, per un totale di circa 100 euro), più il costo di stampa e consegna della targa (549 euro per la targa storica automobilistica, 274,50 euro per la targa di un motoveicolo o di un mezzo storico agricolo). Questo il costo “base”, cui va aggiunto il costo del servizio di un’agenzia specializzata.
Il costo non è indifferente, ma commisurato al valore di completamento della storicità del veicolo, e comunque è un’operazione che impone alti costi, soprattutto per il Poligrafico dello Stato, che ha dovuto attrezzarsi in modo specifico, e considerando che la produzione di queste targhe storiche necessita di una importante fase manuale. Tempi di espletamento della pratica? Come detto, a regime sarà di circa 15 giorni. Ovviamente la targa di immatricolazione precedentemente in uso, se presente, dovrà essere restituita al Pra.
Da ultimo, occorre chiarire, per sfatare errate interpretazioni che circolano tra gli appassionati di veicoli storici, che per i veicoli già immatricolati, per i quali il proprietario desidera ottenere la targa originale, non vi è assolutamente alcuna necessità di presentare il Certificato di Rilevanza Storica. Lo si evince chiaramente leggendo il testo del Decreto che all’art. 3 (veicoli radiati) indica tra i documenti da fornire per l’espletamento della pratica il CRS; idem l’art. 5 (veicoli di origine sconosciuta); mentre l’art. 4 (veicoli d’interesse storico e collezionistico circolanti a seguito di reimmatricolazione) non fa alcun cenno a questo documento.