Il 2021 ha fatto registrare un calo degli incidenti stradali (-5.119) e delle vittime (-179) in Italia. In percentuale, 73 sinistri su 100 sono avvenuti nei centri abitati, 5 in autostrada e 22 su strade extraurbane. Sulla rete viaria principale sono stati registrati invece 25 incidenti su 100 nei centri abitati, 24 in autostrada e 51 su strade extraurbane.
Tutti gli indicatori sono in calo rispetto al 2019, ultimo anno di riferimento visto che il 2020 è stato segnato dalla pandemia e dalle conseguenti limitazioni agli spostamenti: in autostrada gli incidenti sono diminuiti del 15,9%, le vittime del 20,6%. Sulle strade extraurbane, sinistri -10,1% morti -10,5%; nei centri abitati, le percentuali sono -19,5% e 18,7% rispettivamente.
Sono questi i dati essenziali che emergono dalla “Localizzazione degli incidenti stradali 2021”, lo studio, realizzato da ACI, che analizza poi più approfonditamente i 31.407 incidenti (1.002 mortali), con 1.078 decessi (il 37,5% del totale) e 47.740 feriti, avvenuti su circa 53mila chilometri di strade della rete viaria principale nazionale. Qui l’indice di mortalità medio è pari a 3,4 morti per 100 incidenti.
In autostrada, le autovetture sono il 71,5% dei veicoli coinvolti in incidente (73,8% nel 2019), i veicoli industriali – autocarro (anche leggero), autotreno o autoarticolato, motrice – il 22,9% (erano 20,4% tre anni fa) e i motocicli il 5,3%, valore stabile rispetto al precedente periodo preso in esame.
I volumi di traffico dei fine settimana e del periodo delle vacanze incidono in modo particolare: giugno, luglio e agosto sono i mesi con la maggiore incidentalità (ciascuno il 10,5% circa del totale). Il venerdì è il giorno in cui si verificano più sinistri (15,2%). Dalle 18 alle 20 le ore più critiche. L’indice di mortalità, tuttavia, risulta più elevato a gennaio (4,2 decessi ogni 100 incidenti), seguito da giugno (4,0).
Le autostrade urbane si confermano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi. La penetrazione urbana della A24 nella Capitale (10 casi per chilometro), la Tangenziale Nord di Milano nel tratto Monza e della Brianza (8,8 sinistri/km) e la Diramazione Capodichino A1 in Provincia di Napoli (8,1), risultano, infatti, i tratti maggiormente pericolosi. A confermarlo il dato medio nazionale che si attesta a 1,03 incidenti per chilometro sulle autostrade.
Per le strade extraurbane – dove la media nazionale è di 0,5 incidenti ogni mille metri – il primato spetta alla Statale 719 Prato-Pistoia in Provincia di Firenze (8 sinistri/km), alla SS 36 del Lago di Como e dello Spluga nel tratto in provincia di Milano (6,9) e alla 671 Asse Interurbano di Bergamo (6).
Anche su queste arterie – come in città – gli utenti vulnerabili rappresentano una quota molto elevata dei decessi, per di più ancora in aumento: il 39% è ciclista, motociclista o pedone. Nel 25% dei casi il deceduto era a bordo di una moto (270), nel 10% procedeva a piedi (114) e nel 3,5% in bici (38). Rispetto al 2019 aumentano i morti su due ruote a motore (erano 257), mentre diminuiscono i ciclisti (erano 53). L’indice di mortalità di questi mezzi è molto più elevato di quello delle quattro ruote: 4,1 vittime ogni 100 veicoli a motore coinvolti in incidente, e 2,5 per le bici rispetto all’1,2 delle auto.
Al vertice delle tratte più pericolose per le due ruote, per incidenti mortali, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS 601 Ostia-Anzio nel comune di Roma, la SS 007 nel comune di Terracina la SS 016 Adriatica nel comune di Bari, la SS 018 Tirrena-Inferiore nel comune di Vietri sul Mare, mentre si confermano tratte con elevata densità di incidenti lungo la SS 001 Aurelia in provincia di Savona, la SS 002 Cassia e la SS 006 Casilina in provincia di Roma, la SS 0016 Adriatica in provincia di Rimini.
Due incidenti mortali per i ciclisti sulla SS 017 Dell’Appennino Appulo Abruzzese nel comune di Lucera in provincia di Foggia, mentre per densità di incidenti spiccano tratte lungo la SS 001 Aurelia in provincia di Lucca e Savona, la SS 011 Padana Superiore in provincia di Padova e Venezia, la SS 013 Pontebbana in provincia di Treviso, la SS0 16 Adriatica in provincia di Ascoli Piceno, la SS 022 di val Macra in provincia di Cuneo, la SS 248 Schiavonesca Marosticana in provincia di Vicenza
Nel 2021 si è verificato più di un investimento mortale con pedoni coinvolti sulla SS 016 Adriatica nel comune di Fano in provincia di Pesaro Urbino e sulla SS 439 Sarzanese Valdera nel comune di Massarosa (LU). 53 incidenti, dei quali 21 mortali, si sono verificati in autostrada. Lungo l’elenco delle tratte dove si registra un numero particolarmente elevato di questo genere di sinistro: spiccano molte consolari nel Comune di Roma e la SS 005 Tiburtina a Tivoli. Inoltre la SS 001 Aurelia nel Comune di Diano Marina Vallecrosia (IM), la SS 227 nel territorio di Santa Margherita Ligure (GE), la SS 016 Adriatica a Fano (PU), la SS 155 di Fiuggi nell’area comunale e la SS 270 dell’Ischia Verde nel Comune di Forio (NA).
Rispetto al 2019, la A 51 Tangenziale est di Milano, il Gra di Roma, la A 8 nell’area di Varese e la SS 036 del Lago di Como e dello Spluga in provincia di Monza Brianza sono le strade nelle quali gli incidenti sono diminuiti di più in valore assoluto e si sono segnalate anche meno vittime.
Per quanto riguarda proprio i decessi, A12 in provincia di Genova, A4 nell’area di Padova, A13 a Bologna, SS 16 Adriatica tra Ravenna e di Pesaro-Urbino, SS 372 Telesina in provincia di Caserta, SS 121 Catanese sono state le tratte che hanno visto le più sensibili diminuzioni in valore assoluto.