Auto, Usa e Giappone ai ferri corti.

Novembre 7, 2022

Nuvole all’orizzonte dei rapporti economici tra Giappone e Stati Uniti. Il governo di Tokyo ha infatti avvertito che i nuovi crediti d’imposta sui veicoli elettrici negli Stati Uniti potrebbero scoraggiare ulteriori investimenti da parte dei giapponesi e colpire l’occupazione nella più grande economia del mondo.

Il commento è arrivato in un documento – presentato al Dipartimento del Tesoro di Washington – nel quale i giapponesi sollevano preoccupazioni per le conseguenze dell’applicazione dell’Inflation Reduction Act che dovrebbe garantire catene di approvvigionamento più solide negli Usa e diminuire la dipendenza del settore auto dalla Cina.

Costruttori preoccupati

La presa di posizione ufficiale fa seguito a mesi di commenti che hanno coinvolto tutti i principali costruttori giapponesi con interessi in Nordamerica.

Già lo scorso settembre, il Ministro dell’Industria giapponese Yasutoshi Nishimura ha espresso le sue preoccupazioni sulla legge al Segretario al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo durante un incontro a Los Angeles. Secondo il quotidiano Nikkei, Nishimura avrebbe avvertito che la legge potrebbe violare il diritto internazionale.

A detta delle Case nipponiche, l’IRA le porrebbe in una posizione di svantaggio sul cruciale mercato a stelle e strisce. I requisiti per poter beneficiare del credito d’imposta “non sono coerenti” con la politica condivisa dai governi giapponese e statunitense di costruire catene di approvvigionamento resistenti lavorando con alleati e partner, ha dichiarato il governo di Tokyo: “È possibile che le nostre Case auto esitino a fare ulteriori investimenti per l’elettrificazione dei veicoli. Questo potrebbe avere un impatto negativo sull’espansione degli investimenti e dell’occupazione negli Stati Uniti”.

Preoccupazione generale

Il Giappone si unisce alla Corea del Sud e ai Paesi europei che hanno già espresso preoccupazione per la legislazione. Il ministero degli Esteri della Corea del Sud ha dichiarato di voler ottenere un periodo “di grazia” di almeno tre anni per consentire alle sue case automobilistiche di continuare a ricevere gli incentivi per i veicoli elettrici negli Stati Uniti.

In base alla legge, le norme che regolano l’attuale credito d’imposta di 7.500 dollari per i mezzi a batteria, saranno sostituite da incentivi progettati per portare negli Stati Uniti una maggiore produzione di accumulatori oltre che di vetture. I requisiti di contenuto nazionale aumenteranno progressivamente nei prossimi sei anni.

Dal 1° gennaio entreranno in vigore inoltre nuove restrizioni sull’approvvigionamento di batterie e  minerali critici, oltre a limiti di prezzo e di reddito, che potenzialmente renderanno tutti gli attuali veicoli elettrici non ammissibili all’intero credito di 7.500 dollari.

Fronte interno

Alcuni aspetti della nuova legge hanno suscitato preoccupazioni anche tra i costruttori statunitensi.

La settimana passata, Ford ha dichiarato che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti dovrebbe limitare la definizione di “entità straniera di interesse” per garantire che un maggior numero di automobili a batteria possa beneficiare effettivamente del beneficio economico previsto.