2002-2022. Vent’anni nel mondo automobilistico non sono certo pochi, ma se guardiamo alcuni modelli usciti due decenni fa il tempo sembra proprio non essere passato. Parliamo di vetture, da quest’anno ufficialmente “storiche”, dall’alto valore già al loro debutto, sia per interesse collezionistico sia per contenuti stilistici che rompevano con il passato e le proiettavano nel nuovo millennio. Ne abbiamo scelte tre: Bmw Z4, Ferrari Enzo e Alfa Romeo 147 GTA.
Settembre 2002, al Salone di Parigi Bmw svela la Z4, una spider a due posti secchi che aveva il compito di sostituire la Z3 il cui stile era piaciuto moltissimo ai clienti del costruttore tedesco, ma che in quanto a doti dinamiche aveva conosciuto qualche lamentela. La Z4 è una delle prime Bmw del nuovo millennio, per intenderci quella serie di vetture (tra cui Z8, Serie 5 E60, Serie 6 E63 e Serie 7 E65) disegnate da Chris le cui linee sono diventate immortali pur dividendo gli appassionati del marchio.
Basata sul pianale della Serie 3, la Z4 alternava volumi stondati a dettagli dalla forte personalità come la coda che terminava all’insù accennando un elegante spoiler. Alla versione di lancio con capote in tela del 2002 seguì con il restyling del 2006 la Coupé (sigla di progetto E86), oggi ancora più ricercata dagli amatori. Immediatamente dopo la presentazione, la Z4 venne lanciata negli Stati Uniti (dove veniva prodotta nello stabilimento di Spartanburg) per arrivare in Europa nel marzo del 2003.
Per il capitolo motori si poteva contare inizialmente su due propulsioni, entrambe a sei cilindri: la 25i montava un 2.4 a benzina da 192 cavalli, mentre la 30i era spinta da un 3.0 da 231 cavalli. Oggi, le quotazioni della Z4 sono schizzate: per mettersi in garage un esemplare in ottimo stato di prima generazione ci vogliono circa 20mila euro.
Quell’anno non c’era solo la Z4 al Salone di Parigi. Qualche stand più in là Ferrari presentava il suo fiore all’occhiello: la Enzo. Il nome, lo stesso del fondatore, annunciava un modello di un certo peso con una produzione limitata inizialmente a 349 esemplari che furono per la prima volta portati a 399 per “non scontentare troppi collezionisti”, diceva l’allora presidente e amministratore delegato Luca Cordero di Montezemolo.
Per lo stile, realizzato dalla matita di Ken Okuyama per Pininfarina, vennero scelte linee tese, pulite e un frontale a freccia con il muso sporgente assolutamente inconfondibile e alcuni elementi fortemente emozionali come le portiere a farfalla. Niente spoiler: per incollarla a terra era sufficiente una piccola appendice aerodinamica attiva da velocità superiori agli 80 chilometri orari.
Gli interni erano spartani (niente impianto stereo né alzacristalli elettrici) come si conviene a tutte le Ferrari più sportive e in continuità con antenate del calibro di F50, F40 e 288 GTO. Venendo al motore, la Enzo era equipaggiata con il mitico 6.0 V12 di 65 gradi montato in posizione centrale e capace di erogare 660 cavalli e 657 newtonmetri di coppia. Il telaio e la carrozzeria in fibra di carbonio la rendevano leggerissima (circa 1250 kg), mentre i freni in carboceramici le consentivano di fermarsi all’istante. Difficile stabilire il valore attuale di una Enzo, basti considerare che se il prezzo di vendita venne fissato a 665mila euro, nel 2021 un esemplare con appena 568 chilometro è stato venduto all’asta per 3,2 milioni di euro.
Per il debutto della sua gamma GTA degli anni 2000, quella dedicata alle alte prestazioni, Alfa Romeo ha scelto la 147, la più compatta delle vetture proposte all’epoca dal Biscione. La 147 GTA lasciò tutti a bocca aperta: non era certo comune vedere una compatta che sotto il cofano aveva un vero e proprio mito. Il punto di forza della hot hatch del Biscione era proprio il 3.2 V6 a benzina, ultima evoluzione del Busso con 250 cavalli e 300 newtonmetri di coppia.
L’aerodinamica, certo, non le ha concesso il raggiungimento di risultati prestazionali fuori dal comune, ma il suono del sei cilindri scatenava un totale coinvolgimento emotivo da parte del conducente. Le prestazioni? 0-100 in 6,3 secondi e 248 chilometri orari di velocità massima. Numeri da gestire con attenzione perché la trazione anteriore unita al peso del V6 e la mancata presenza di un differenziale autobloccante rendevano la guida non semplicissima. Per il capitolo stile, la GTA presentava elementi peculiari sviluppati dal team di Wolfgang Egger sotto la supervisione di Walter de Silva.
Nella GTA tutto è cresciuto di dimensioni: dai parafanghi ai passaruota, dai cerchi alle prese d’aria, mentre altri elementi sportivi come il fondo scuro dei proiettori aggiungevano un po’ di pepe in più. Per il gli interni la 147 GTA poteva contare su pedaliera sportiva, sedili a guscio con poggiatesta integrato, volante a tre razze e rivestimenti di padiglione e montanti neri. Oggi la 147 GTA è una delle Alfa più ricercate dagli appassionati e non è facile trovare un esemplare originale e conservato in ottime condizioni il cui valore può arrivare anche a 30mila euro.