Miti da corsa: Ferrari 250 GT Breadvan.

Agosto 22, 2022

Per battere un’auto speciale come la Ferrari 250 GTO ci vuole una vettura altrettanto straordinaria. La Ferrari 250 GT SWB Breadvan (letteralmente “furgone del pane”) – chiamata così per la particolare forma della coda, opera del carrozziere Piero Drogo – venne creata da Giotto Bizzarrini unicamente con lo scopo di sconfiggere le sorelle/rivali di Maranello, in un periodo piuttosto travagliato per il Cavallino Rampante.

Terremoto ai vertici  

Nel 1960 Enzo Ferrari aveva chiesto al suo ingegnere capo del reparto esperienze Giotto Bizzarrini di realizzare, in vista dei futuri regolamenti imposti dal Mondiale Marche, una GT piccola e leggera, che potesse competere con la Jaguar E-Type. L’ingegnere livornese si mise quindi al lavoro su quella che sarebbe diventata una delle Ferrari più famose e apprezzate di tutti i tempi: la 250 GTO.

Nel 1961, con la GTO quasi al termine del suo sviluppo, il “Drake” licenziò i principali vertici dell’azienda, compresi gli ingegneri Bizzarrini e Carlo Chiti, a causa di un contrasto tra questi e la moglie di Ferrari, Laura. Bizzarrini e Chiti decisero di fondare un proprio costruttore di automobili sportive e da corsa, la ATS, grazie anche al sostegno finanziario del conte Giovanni Volpi di Misurata, proprietario della Scuderia Serenissima e importante cliente dello stesso Ferrari.

L’anti-GTO

Saputa la cosa, Enzo comunicò a Volpi che non avrebbe mai più ricevuto una Ferrari, bloccando in particolare la consegna di 2 esemplari di GTO ordinati dal conte. Volpi, di conseguenza, si rivolse a Bizzarrini, chiedendogli di creare una vettura in grado di battere le GTO, che lui stesso aveva sviluppato. Per farlo l’ingegnere partì da una Ferrari 250 GT SWB (versione a passo corto della berlinetta), che modificò applicando al modello le proprie idee sulle auto da corsa.

Il propulsore V12 da 3 litri venne spostato più in basso, grazie alla lubrificazione a carter secco, e in una posizione maggiormente arretrata, in modo da garantire un migliore bilanciamento dei pesi, a tutto vantaggio della maneggevolezza. Ma la soluzione per cui l’auto passò alla storia fu l’adozione di un corpo vettura creato dalla carrozzeria modenese Sports Car di Piero Drogo, che applicò per la prima volta su un’autovettura le teorie aerodinamiche di Wunibald Kamm.

Il risultato fu un’auto più bassa della 250 GTO e dotata di una particolare coda tronca, che ricordava la zona posteriore di un furgone. Da qui il soprannome di Breadvan, mentre in francese era conosciuta come “La Camionnette”.

La sfida di Le Mans

La Ferrari Breadvan della Scuderia Serenessima scese in pista per la prima volta alla 24 Ore di Le Mans del 1962, con alla guida Carlo Maria Abate e Colin Davis. Sul circuito de la Sarthe l’auto si dimostrò subito velocissima, superando in rettilineo le Ferrari 250 GTO di ben 7 chilometri orari. Quando – dopo solo 4 ore di gara – dovette ritirarsi per un problema all’albero di trasmissione, la Breadvan si trovava in testa alle GTO di Maranello e in settima posizione generale.

Nel 1962, inoltre, la 250 GT Drogo dimostrò la sua competitività arrivando due volte prima nella categoria GT a Brands Hatch e a Ollon-Villars. Ma la carriera agonistica della Breadvan finisce molto presto e l’auto diventa la vettura personale del conte Volpi. Secondo voci non confermate, dopo di lei Bizzarrini avrebbe realizzato almeno altre due conversioni a coda tronca su base Ferrari 250 GT, di cui però si sono perse le tracce. L’originale 250 GT Drogo, quindi, rimane l’unico esemplare di Breadvan di cui si ha notizia, e viene considerata di fatto una one-off.

Una carriera senza fine

Dopo un lungo oblio l’auto viene venduta all’asta nei primi anni 2000. Ma piuttosto che chiuderla in un garage-museo, i facoltosi proprietari preferiscono continuare a utilizzare la Ferrari Breadvan per lo scopo per la quale è stata concepita: le corse. L’auto inizia così la seconda parte della sua carriera nelle corse per auto d’epoca, andando incontro nel 2015 a un danneggiamento dopo un contatto con una Shelby Daytona Cobra Coupé al Goodwood Revival.

L’ultimo episodio di cui è stata protagonista la 250 GT Drogo – oggi valutata 30 milioni di dollari – è accaduto quest’estate, durante la Le Mans Classic 2022. L’auto, guidata dal suo proprietario, è uscita di strada schiantandosi contro le barriere e subendo notevoli danni. Un’opera d’arte che non si è mai sottratta al suo compito e che, come sperano gli appassionati, potrebbe tornare presto a calcare gli autodromi di tutto il mondo.