Audi, tre “sphere” per il futuro.

Agosto 22, 2022

MONACO DI BAVIERA – Una famiglia di concept car per anticipare il futuro del marchio. Abbiamo visto dal vivo per la prima volta riunite le Audi Urbansphere, Skysphere e Grandsphere, alla vigilia della partenza alla volta di Pebble Beach, California, dove è prevista l’esposizione congiunta dei tre modelli che anticipano stile e soluzioni tecnologie che ritroveremo sulle Audi di domani. Tutte le concept sfruttano la nuova piattaforma PPE, dedicata alle elettriche premium del gruppo Volkswagen.

I progettisti Audi chiariscono subito che sarà difficile vederle tutte e tre nella produzione di serie. Delle tre quella che avrà un futuro accertato sarà la Grandsphere, una berlina da oltre 5,3 metri di lunghezza dalle linee particolarmente sinuose e con interni mozzafiato. Arriverà dopo il 2025, sarà esclusivamente elettrica e, almeno in un primo tempo, affiancherà l’ammiraglia A8. Una strategia che segue quanto fatto dai competitor come Mercedes-Benz con Classe S ed EQS e Bmw con Serie 7 e i7. 

Grandsphere: ammiraglia autonoma o da guidare

“La Grandsphere è una delle vetture più intriganti che abbiamo disegnato negli ultimi tempi”, ci racconta Immo Redeker, responsabile del design degli interni Audi, che incontriamo a Monaco di Baviera durante uno servizio fotografico dei tre modelli in una vecchia fabbrica di locomotive. “Abbiamo concepito gli interni ispirandoci a quelli di un jet privato pensato per offrire la miglior comodità possibile. La guida autonoma di livello 4 ha fatto il resto: durante la marcia in questa modalità volante e pedali scompaiono e tutto si trasforma in una grande lounge ideale per lavorare o rilassarsi”. 

Al premere di un pulsante diventa un’auto vera da guidare “senza compromessi sulle prestazioni”: la Grandsphere è mossa da due motori elettrici per 530 chilowatt di potenza complessiva (720 cavalli) e una coppia di 960 newtonmetri. Il sistema supporta la tecnologia di ricarica a 800 Volt ed è alimentato da un pacco batterie da 120 chilowattora che garantisce un’autonomia dichiarata di 750 chilometri. La versione di serie avrà un look meno futuristico, ma sarà comunque vicina alla concept car anche i termini di contenuti. Uno su tutti? “L’idea è portare in produzione il controllo della climatizzazione sugli interni porta e controllabile attraverso comandi gestuali”. 

Urbansphere, le luci comunicano con l’esterno

Con la Urbansphere Audi esplora il concetto di monovolume del futuro, pensata per trascorrere lungo tempo a bordo nelle metropoli ad alta densità di traffico. “Per la sua progettazione siamo partiti dagli interni e successivamente abbiamo realizzato gli esterni. Tutto è focalizzato sul massimo comfort dei passeggeri che possono accomodarsi su quattro singole poltrone comodissime capaci di cambiare posizione, ruotare e inclinarsi a seconda delle esigenze”, continua Redeker. 

Le ragioni del comfort hanno dettato anche la scelta dell’architettura da monovolume rialzata, prima volta per Audi, perché “in alto si vede meglio la strada e aumenta la sensazione di sicurezza per tutti i passeggeri”. La Urbansphere anticipa anche delle soluzioni che ritroveremo sulle auto di serie di domani, come l’utilizzo delle luci che si estendono sul frontale e comunicano con l’esterno attraverso specifici segnali, come quelli di pericolo o svolta. 

Skysphere, la più emozionale

Skysphere è certamente la più emozionale delle concept “sphere”. Disegnata in California, questa Gran Turismo elettrica ha tutte le caratteristiche stilistiche di una vera sportiva (due motori, 623 cavalli di potenza e 750 newtonmetri di coppia) condite con colpo di scena: in modalità GT è una speedster autonoma a passo lungo (5,2 metri di lunghezza), ma passando allo Sport Mode (4,9 metri di lunghezza) la Skysphere accorcia il suo passo di 250 millimetri per migliorare le prestazioni dinamiche. Un trucco troppo azzardato per la produzione in serie, ma che la dice lunga sulle idee che circolano tra i designer Audi: “E’ bello osare e andare oltre con l’immaginazione. E chissà, grazie all’estrema flessibilità delle piattaforme elettriche forse un giorno potrebbe anche diventare realtà”.