Miti da corsa: Ford GT40.

Agosto 17, 2022

Poche auto possono vantare uno scopo così charo dietro la loro creazione: quello della Ford GT40 era, senza se e senza ma, battere la Ferrari a Le Mans. Nata nel 1964 per competere nel Campionato mondiale sport prototipi, è considerata una delle vetture da corsa americane più vincenti di sempre, capace di conquistare per ben quattro volte di seguito – dal 1966 al 1969 – la famosa gara di durata. Un’auto che, oltre a essere un grand esempio di ingegneria, racconta di un periodo epico del motorsport, conosciuto ai più come la “guerra Ford-Ferrari“, su cui è stato anche realizzato il film “Le Mans ’66 – La grande sfida”. 

Agli albori della rivalità

Tutto inizia negli anni ’50, quando i principali costruttori americani, turbati dalla pericolosità della gare automobilistiche, decidono di stringere tra loro un patto e di non partecipare a nessun tipo di corsa. Tuttavia, il “motorsport ban” – così viene definito l’accordo – è in contrasto con lo spirito delle nuove generazioni, che vogliono auto potenti, veloci e sono affascinate dai bolidi che si sfidano negli autodromi.

Quando nel 1962 la Ferrari ottiene l’ennesimo successo alla 24 Ore di Le Mans, il risalto mediatico dato al costruttore di Maranello fa imbestialire Henry Ford II. “Spendo miliardi in pubblicità per le mie automobili e questo meccanico finisce sui giornali di tutto il mondo gratis” dichiara stizzito in un’intervista il boss della Casa americana.

Il rifiuto di Ferrari

La reazione di Enzo Ferrari non si fa attendere: “Se Ford vuole finire sui giornali gratis, basta che si compri una Ferrari”. Questo scambio di battute piccate tra due uomini estremamente orgogliosi come Ford e Ferrari basterebbe a far scoppiare una “guerra” negli autodromi, ma non è ancora giunto il momento delle ostilità. Ford capisce che le gare sono una cassa di risonanza troppo forte e decide di gettarsi nel motorsport, provando a raggiungere un accordo con lo stesso Ferrari per l’acquisizione della Scuderia.

La Casa di Maranello non vive un periodo particolarmente florido e Ferrari accetta di aprire una trattativa con Ford, attratto dalla prospettiva di dare un futuro più solido alla sua azienda. Tuttavia, dopo settimane di negoziati e non riuscendo ad ottenere garanzie circa la propria totale indipendenza nella condotta dell’attività sportiva, decide di far saltare il tavolo. Questa volta per Henry Ford l’affronto è troppo grande.

La nascita della GT40

Battere Ferrari sul suo terreno, le corse, diventa la priorità assoluta del magnate americano. Per farlo Ford mette in campo tutta la sua potenza e ingaggia (spendendo dieci volte rispetto a quanto offerto al Drake per acquistare la Scuderia) uno squadrone composto da nomi illustri dell’automobilismo, come Carrol Shelby, Bruce McLaren, Chris Amon e Ken Miles. In poco tempo il team Ford costruisce una vettura da corsa partendo da un foglio bianco, la GT40, con cui provare a sconfiggere le rosse a Le Mans.

Per farlo la Casa americana stringe una partnership con il costruttore britannico Lola, a cui sarà affidato lo sviluppo telaistico dell’auto, mentre per il propulsore si opta per un americanissimo V8 – inizialmente con cilindrata di 4,2 litri – con distribuzione ad aste e bilancieri a 2 valvole per cilindro. Rispetto ai V12 ad alto regime di rotazione, utilizzati da Ferrari sulle sue 330P, il propulsore dell GT40 si differenzia per una grande quantità di coppia in basso e per un regime di rotazione massimo piuttosto limitato.

La sigla GT rappresenta l’acronimo di Gran Turismo – come erano definite all’epoca le vetture del Gruppo 4, in cui l’auto era omologata – mentre il numero 40 indica i pollici di altezza della vettura misurata (1,02 metri), come richiesto dal regolamento. Nel 1964 e 1965, tuttavia, le GT40 sono ancora acerbe, soffrono di vari problemi aerodinamici e consegnano la vittoria alla Ferrari.

La vendetta di Ford

Nel 1966 Ford è categorico: Shelby, responsabile del reparto corse, ha budget illimitato per battere la Ferrari, o vince o va via. Quell’anno la gara assomiglia davvero a una battaglia. La Casa americana schiera ben 13 delle sue nuovissime GT40 MkII, che ricevono un nuovo propulsore da 7 litri e un ulteriore affinamento della meccanica, in modo da renderle più affidabili. Quattro di queste sono costrette al ritiro, esattamente come quattro Ferrari 330 P3, ma alla fine è una GT40 a tagliare il traguardo per prima. Anzi, tre GT40: Ford conquista primo, secondo e terzo posto, concludendo la gara con un arrivo in parata ed entrando nella storia.

La fine di un’era

La vendetta nei confronti di Ferrari è riuscita ma Ford concede al rivale la rivincita per l’anno successivo. In vista dell’edizione 1967 i costruttori mettono a punto due tra le auto più potenti che abbiano mai solcato l’asfalto de la Sarthe: la Ford GT40 MkIV, a cui Ferrari risponde con la 330 P4. A vincere sarà ancora una volta la Ford, ma alla fine del 1967, con l’intenzione di ridurre le velocità raggiunte a Le Mans, la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) annuncia un cambio di regolamento.

Le due case si trovano improvvisamente nell’impossibilità di utilizzare le auto che rappresentavano il meglio delle loro capacità tecniche e che avevano richiesto ingenti investimenti. La Ford, soddisfatta di aver battuto Ferrari, termina il proprio impegno ufficiale a Le Mans. Le GT40, depotenziate e affidate a team privati, continueranno a vincere la 24 Ore per altri due anni. Dopo la sconfitta subita da Ford, la Ferrari non arriverà mai più prima assoluta a Le Mans.