Colpo di scena nella vicenda – iniziata lo scorso aprile – del tentativo da parte di Elon Musk di comprare il social network Twitter. Il ceo di Tesla, tramite i propri legali, ha annunciato in una lettera l’intenzione di ritirare la propria proposta d’acquisto da 44 miliardi di dollari.
Secondo Musk, la controparte non avrebbe fornito sufficienti informazioni, in particolare per quanto riguarda i profili “fake” che costituirebbero il 5% del totale e che, sempre a detta dell’uomo più ricco del mondo, potrebbero avere un effetto negativo sui guadagni futuri di Twitter.
La decisione del ceo di Tesla – comunicata ufficialmente dalla Sec, l’ente americano di controllo della Borsa – è stata contestata da Bret Taylor, attuale amministratore delegato di Twitter, il quale ha immediatamente parlato di “un’azione legale per far rispettare l’accordo di acquisto al prezzo e alle condizioni stabilite con il signor Musk”.
La proposta del magnate sudafricano era arrivata il 25 aprile scorso, dopo che lo stesso Musk aveva rastrellato, nelle settimane precedenti, azioni per quasi il 9% del totale. Inizialmente gli investitori di Twitter avevano resistito all’offerta ma dopo una breve trattativa era stato trovato infine un accordo sulla base di un prezzo fissato a 54,20 dollari per ogni azione. Complessivamente la spesa prevista per Musk sarebbe stata di 44 miliardi di dollari, tanto che il ceo aveva iniziato a vendere alcuni dei titoli in suo possesso del costruttore di auto elettriche.
Dopo la diffusione della notizia del ritiro dell’offerta, le azioni di Twitter sono scese a Wall Street del 9%, mentre quelle di Tesla sono rimaste pressoché invariate.