Nel 2025, General Motors e Ford supereranno nelle vendite di veicoli elettrici Tesla. A dirlo è lo studio annuale “Car Wars” di Bank of America secondo il quale è ornai chiaro come i marchi tradizionali ultracentenari abbiano trovato “la destrezza e la capacità di effettuare la trasformazione” e siano quindi pronte a effettuare lo storico sorpasso sulla più giovane azienda californiana.
Secondo John Murphy – analista senior del settore auto per la ricerca globale della banca – la quota di mercato di Tesla, oggi pari a oltre il 70%, potrebbe scendere a circa l’11% nei prossimi tre anni, a causa dell’aumento della concorrenza da parte dei concorrenti tradizionali e delle start up. Nel frattempo, General Motors e Ford dovrebbero avvicinarsi al 15% del totale grazie alle nuove offerte di veicoli elettrici. “Tesla sta introducendo prodotti a un ritmo più lento – spiega Murphy – e non ha un portafogli prodotti altrettanto completo. Gli storici produttori hanno un’enorme opportunità di colmare il divario e recuperare”.
Secondo l’analisi, il tasso di sostituzione con veicoli nuovi previsto per Ford è il più alto del settore per i modelli dal 2023 al 2026, con il 23,7%, il che potrebbe contribuire ad aumentare la sua quota di mercato complessiva. Il tasso di sostituzione di GM, pari al 22,4%, è appena inferiore alla media del settore, che è del 23%.
Lo studio non ha rilevato lo stesso valore per Tesla, che non aggiorna i suoi veicoli secondo un calendario di anni-modello. Inoltre – citando come esempio i ripetuti ritardi nel lancio del pick up Cybertruck – Murphy sostiene che Tesla si muove troppo lentamente nella sua espansione e prevede che nei prossimi anni rimarrà indietro.
“Non ha sfruttato al meglio il denaro facile che avrebbe potuto ottenere, aumentando molto più velocemente la capacità produttiva, chiudendo la porta ai concorrenti. Elon Musk non si è mosso abbastanza rapidamente, non ha capito cosa stava succedendo sul mercato. Ha avuto l’arroganza di credere che non l’avrebbero mai raggiunta, che non sarebbero mai stati in grado di replicare quello che sta facendo lui. Bene, ora lo stanno facendo”.
General Motors prevede di spendere 35 miliardi di dollari in veicoli elettrici e autonomi entro il 2025 e si aspetta di essere il principale venditore a batteria negli Stati Uniti entro la metà del decennio, con 400mila esemplari prodotti. Ford afferma che spenderà 50 miliardi di dollari per l’elettrificazione entro il 2026, quando ne produrrà 2 milioni all’anno.
Il produttore di Jeep, Stellantis, sta investendo 35,5 miliardi di dollari nell’elettrificazione e nel software entro il 2025, ma anche se conta di offrire 25 modelli completamente elettrici entro il 2030, rischia di perdere quote di mercato nei prossimi anni con una sostituzione del 16,5%, la più bassa tra le principali case automobilistiche, secondo “Car Wars”. Nissan non è molto distante, con un tasso del 17,8%.
Di conseguenza, i clienti che cercano un affare hanno maggiori probabilità di ottenerlo da queste aziende, ha detto Murphy, dato che i prezzi medi delle transazioni si avvicinano a 43mila dollari rispetto ai soliti 30mila dollari a causa dell’esaurimento delle scorte dovuto alla carenza di semiconduttori a livello globale.
Le case automobilistiche stanno finanziando i loro investimenti nei veicoli elettrici con i profitti dei suv e dei pick up. Entro il 2026, tuttavia, ci saranno in commercio più di 180 crossover, il maggior numero di modelli mai esistiti in un segmento, e 90 proposte col cassone. La concorrenza potrebbe intaccare i profitti anche se questi segmenti continueranno a rappresentare una fetta più grande della torta.
“C’è un grosso rischio per quanto riguarda la potenziale erosione dei profitti, dato che questi mezzi diventano meno redditizi nel tempo”, ha detto Murphy. “Questo è il genere di cose che mette a rischio le nostre stime sugli utili e potenzialmente sotto pressione i titoli. Ma non credo che cambierà il loro profilo di investimento o il desiderio di produrre il maggior numero possibile di mezzi a batteria”.
Sulla base della capacità e dei volumi di produzione, l’adozione dei veicoli elettrici sarebbe di circa il 20%, ha detto Murphy. Se si aggiungono ulteriori incentivi, come i crediti d’imposta fino a 12.500 dollari per i veicoli prodotti negli Stati Uniti previsti nell’ambito del piano Build Back Better del presidente Joe Biden, le proiezioni potrebbero salire al 25%, con un costo di 500 miliardi di dollari.
“Bisogna ricordare – dice Murphy – che gli Stati Uniti sono in una gara tecnologica competitiva (ma amichevole) con l’Europa, e una molto più significativa con la Cina su questo fronte. Più velocemente la Cina va avanti e supera le aziende statunitensi, maggiore è il rischio che i suoi prodotti possano entrare nel mercato americano ed essere favoriti, sottraendo quote alle aziende e potenzialmente ai lavoratori negli Usa”.
Tutte le proiezioni di penetrazione, tuttavia, non tengono conto del rapido aumento dei costi dei materiali per i veicoli elettrici che sono di circa 32mila dollari contro i 20mila di un propulsore endotermico. Nell’ultimo anno, questa differenza è aumentata di 1.000 dollari per la prima volta in almeno sei anni e rende la penetrazione entro il 2025 più vicina al 10%, ha detto Murphy.
“Stiamo già assistendo a questi aumenti proibitivi dei costi delle materie prime per i veicoli elettrici”, ha detto, “e questo crea una vera e propria sfida per quello che l’industria sta cercando di fare, e la realtà di quello che saremo effettivamente in grado di vendere sul mercato”.