“L’aerodinamica al centro” sta diventando il mantra di molti costruttori automobilistici per i loro modelli elettrici. Un concetto che ben si sposa con la natura a zero emissioni delle vetture presentate, coerente dal punto di vista formale con il principio dell’efficienza che rifugge invece l’architettura suv, oggi la preferita dal mercato automobilistico europeo.
Poche linee, spigoli stondati e aperture minime e indispensabili. Questi i principi che hanno dato forma alle berline di Mercedes-Benz, Volkswagen e Hyundai Ioniq, rispettivamente a EQS, EQE, ID. Aero e Ioniq 6. Per ciascuno di questi modelli l’anima del progetto sta proprio nel raggiungimento della massima efficienza aerodinamica, studiata maniacalmente nelle gallerie del vento per raggiungere coefficienti di resistenza all’aria da record.
Con il lancio dell’ammiraglia elettrica EQS (780 chilometri di autonomia dichiarata), Mercedes ha eletto l’efficienza aerodinamica a guida per lo stile delle proprie vetture. Addio, quindi, a qualsiasi spigolo o apertura di troppo, le forme morbide aiutano la vettura a scivolare nell’aria con la minor resistenza possibile, riducendo i consumi a vantaggio dell’autonomia.
Lo stesso principio ha interessato la sorella minore EQE (di fatto una EQS più corta di 27 centimetri con 660 chilometri di autonomia) e influenzerà le forme di tutti i prossimi modelli della gamma elettrica di Mercedes, compresi, nonostante tutto, i suv. I risultati ci sono: la EQS ha un Cx record di 0,20 favorito dalla maggior lunghezza (5,21 metri), mentre la EQE si ferma a un ottimo 0,22.
A proposito di record il prototipo Vision EQXX è riuscito a percorrere con un pieno di energia oltre 1.200 chilometri e il merito è anche delle sue forme realizzate, ci racconta Robert Lesnik, capo del design degli esterni di Mercedes-Benz, “per scivolare perfettamente nell’aria opponendo la minor resistenza possibile”.
Per non dare adito a dubbi, Volkswagen ha inserito l’aerodinamica direttamente nel nome della sua ultima concept car. La ID. Aero anticipa una berlina elettrica che entrerà in produzione nel 2023, sarà un modello globale ed è stata disegnata rincorrendo la minima resistenza all’aria possibile.
Dati alla mano, Volskwagen dichiara un Cx di 0,23, ottenuto grazie a un design che limita al massimo orpelli, spigoli e linee di troppo. Un esempio? Quella del tetto ha una forma ad arco e parte dal primo montante arrivando direttamente sul posteriore. Lo stesso metodo progettuale seguito da Mercedes per EQS ed EQE e teorizzato dal marchio premium tedesco nella “One Bow Line”. La Volkswagen ID.Aero è equipaggiata con batterie da 77 kilowattora e dichiara un’autonomia massima di 620 chilometri.
Per la Ioniq 6, il secondo modello della gamma di elettriche Hyundai a marchio Ioniq, i designer del costruttore coreano si sono ispirati alle streamliner degli anni ’20, le prime vetture progettate in galleria del vento. Anche qui la ricetta non cambia: linea del tetto che scorre sul posteriore senza soluzione di continuità, le maniglie sono a filo con la carrozzeria per ridurre al minimo le aperture e gli ingombranti specchietti sono stati sostituiti da due telecamere.
Il risultato finale è una berlina decisamente affusolata vicina al mondo delle coupé, con un piccolo spoiler posteriore e coefficiente di resistenza aerodinamica di appena 0,21. “Le forme della Ioniq 6 comunicano la sua efficienza”, ci racconta il capo del design Simon Loasby che ci tiene a sottolineare la coerenza di questa estetica con il nostro tempo. “Viviamo nell’era dove concetti come sostenibilità ed equilibrio sono al centro. Perché, quindi, realizzare forme aggressive e spigolose? Un’estetica pura racconta i nostri modelli meglio di mille parole”.