Si apre un periodo nuovo per il costruttore coreano SsangYong. Il tribunale fallimentare di Seoul ha approvato l’acquisizione di una quota del 58,85% dell’azienda da parte di un consorzio locale guidato dall’azienda chimica-siderurgica KG Group, per una cifra dichiarata intorno ai 700 milioni di dollari. La decisione del giudice pone fine alal corsa per l’acquisizione del produttore sudcoreano di suv, afflitto dai debiti.
SsangYong è in amministrazione controllata da 14 mesi, dopo che la casa madre indiana Mahindra & Mahindra non è riuscita a ottenere nuovi finanziamenti a causa del peggioramento della salute finanziaria durante la pandemia.
Dopo l’approvazione del tribunale, SsangYong Motor ha dichiarato che presenterà un piano di risanamento al tribunale entro la fine di luglio con l’obiettivo di ottenere il consenso degli azionisti all’inizio di settembre.
Il mese scorso, il tribunale ha scelto il gruppo KG, ricco di liquidità, come offerente preliminare per SsangYong Motor, soprattutto per la sua buona situazione sul piano fiscale. L’acquirente ha proposto di pagare la cifra succitata – di cui circa un terzo per l’acquisizione e e il resto per i fondi operativi – unendosi a investitori finanziari come Cactus PE.
La battaglia per l’acquisizione di SsangYong Motor è iniziata ad aprile tra tre offerenti rivali – KG Group, Ssangbangwool e Pavilion PE – subito dopo che il produttore locale di autobus elettrici Edison Motors non ha effettuato il pagamento completo di circa 235 milioni di dollari per la casa automobilistica entro la scadenza del 25 marzo, come pattuito nella precedente offerta.
Fondato nel 2003, il gruppo KG – precedentemente Gyeonggi Chemical, un’azienda locale di fertilizzanti – si è espanso rapidamente effettuando 15 fusioni e acquisizioni in diversi settori. Tra queste quella col produttore di acciaio Dongbu Steel, l’operatore di servizi di carte di credito Inicis, l’emittente locale Edaily e i diritti di gestione in franchising di KFC Korea. Più recentemente, ha acquisito la catena di caffè Hollys Coffee nel 2020.