Prende forma la realizzazione della gigafactory italiana a Termoli. Dopo un incontro con Stellantis, la Fim-Cisl ha tracciato i tempi della riconversione del sito produttivo del meridione che diventerà la terza fabbrica di batterie del marchio intercontinentale nato dalla fusione di Fca e Psa dopo quelli in Francia e Germania.
Secondo la nota diffusa da Ferdinando Uliano segretario nazionale Fim-Cisl e Marco Laviano segretario Abruzzo/Molise della stessa organizzazione, il primo dei tre moduli che costituiranno la fabbrica sarà operativo a partire dal 2026: per il secondo si terzo si arriverà al 2028, il terzo nascerà nel 2030 con 40 gigawattora complessivi prodotti. A quel punto lo stabilimento dovrebbe dare lavoro a circa 2mila dipendenti.
Per arrivare a questo passo, dicono i sindacati, “ci sarà tutta la fase di transizione, nella quale si interverrà con ammortizzatori sociali e formazione professionale”, così da garantire “la tutela occupazionale e favorire il processo di difesa delle professionalità, che inevitabilmente cambieranno”. Stellantis ha garantito, a questo proposito, condizioni occupazionali, salariali e professionali su cui il sindacato dovrà vigilare.
Nel suo comunicato, il sindacato traccia esattamente gli step progressivi del processo. Da gennaio 2023 partirà l’acquisizione aree libere e del fabbricato di Termoli 2, che contestualmente continuerà ad essere utilizzato da Stellantis per la produzione cambi fino al primo quadrimestre del 2024. All’inizio del quarto trimestre 2023 via ai lavori su aree libere dove nascerà il primo modulo che inizierà a produrre nel 2026: contestualmente si procederà al posizionamento dei pannelli solari che dovranno fornire energia rinnovabile e pulita all’intero stabilimento.
La produzione dei ricambi finirà col primo quadrimestre 2024, quella dei motori “fire” continuerà fino alla fine 2026, mentre per i propulsori “premium” si andrà avanti fino allo stop all’endotermico.
I sindacati hanno anche parlato dell’uso degli ammortizzatori sociali che dovrebbe temporaneamente riguardare – intorno al 2025 – circa 1.000 dipendenti. Ma già nel 2024, si sottolinea, partirà “la fase di addestramento e formazione, anche utilizzando su base volontaria la possibilità di eventuali trasferte”. In particolare è preso in esame un periodo di impiego a Douvrin, in Francia, che però non dovrà superare i sei mesi.
Infine, in una nota congiunta tra tutte le sigle coinvolte, Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM, AqcfR, i sindacati sottolineano l’ìimportanza del coinvolgimento della subentrante joint venture ACC – a cui andrà poi la gestione della Gigafactory – così come di tutte le parti sociali e le istituzioni tanto nazionali quanto locali “poiché il risultato è di grande importanza: la riconversione della più grande fabbrica di motori di Italia e l’occupazione di oltre 2.000 lavoratori”.