Stop endotermiche, 5 ministri ne discutono col mondo auto.

Giugno 24, 2022

Il ministero dello Sviluppo Economico ha ospitato questa mattina una riunione allargata (con oltre 40 organizzazioni) del tavolo dedicato all’automotive, in previsione, soprattutto, del Consiglio europeo per l’Ambiente che si terrà il prossimo 28 giugno e dedicato allo stop alle endotermiche previsto dal programma “Fit for 55” per il 2035.

All’incontro di oggi hanno presenziato ben 5 ministri: Giancarlo Giorgetti del Mise, Roberto Cingolani della transizione ecologica, Daniele Franco dell’Economia e finanze, Enrico Giovannini delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili e Andrea Orlando del Lavoro e delle politiche sociali. Con loro anche il vice ministro dello sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin. 

La mitigazione dei target di riduzione delle emissioni di CO2 per auto e veicoli commerciali leggeri al 2035 – che sarà uno degli argomenti al centro della discussione a livello continentale – è stato uno dei temi affrontati, visto che proprio l’Italia sta portando avanti presso le istituzioni comunitarie l’esigenza di garantire una transizione ecologica che sia giusta sia ambientalmente che socialmente. Proprio questo aspetto è stato al centro del commento dell’Anfia, la associazione dei costruttori. Il presidente Paolo Scudieri ha parlato di un grande “lavoro sinergico di tutte le Istituzioni competenti” anche per la “valorizzazione delle risorse del Fondo Automotive da 8,7 miliardi di euro, accelerando nella definizione degli strumenti di sostegno alla riconversione industriale e alla crescita dimensionale delle imprese e apportando qualche modifica agli incentivi già in vigore per le categorie di veicoli la cui domanda stenta a decollare”, si legge in una nota della organizzazione. “Siamo molto contenti – dice ancora Ansia – che al tavolo fossero presenti tutti i Ministri perché, dato il suo peso a livello economico e occupazionale, la transizione del nostro settore ha bisogno di tutti”. Dal canto suo Scuderi ha promesso che la sua organizzazione  “proseguirà nella collaborazione quotidiana col governo, in rappresentanza di proposte e fabbisogni delle imprese della filiera, per affrontare la transizione ecologica, per il sostegno al mercato delle tecnologie a zero e a bassissime emissioni”.

Attenzione dei sindacati

Il coinvolgimento all’incontro di così tanti membri dell’esecutivo è stato sottolineato in una nota anche da Ferdinando Uliano e Giorgio Graziani della Cisl. “La presenza di Giorgetti, Franco, Orlando, Giovannini e Cingolani – hanno scritto i rappresentanti sindacali – è un segnale importante a un settore che pesa per il 20% del Pil nazionale e ha un impatto occupazionale di oltre 1.2 milioni di lavoratori. Per noi la sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con quella sociale e industriale. Bene la volontà illustrata dal governo di dotarsi di uno strumento legislativo per semplificare le procedure e consentire una facilità nell’utilizzo dei fondi stanziati, ma come Fim e Cisl riteniamo che i 7 miliardi di euro di risorse non possono essere disponibili dal 2025.  È necessario partire da subito, i grandi gruppi stanno determinando già da oggi le scelte per il futuro. Del resto lo stop ai motori endotermici al 2035, l’orientamento di molte case automobilistiche allo stop nel 2030 e alcune tendenze rispetto al 2027 legate al motore euro 7, evidenziano l’urgenza della tempistica. E’ indispensabile definire una cabina di regia tecnica, per orientare le linee indirizzo dei fondi stanziati sullo sviluppo della componentistica del futuro sia sul versante green, che per la digitalizzazione e la connettività. Servono politiche industriali sui semiconduttori, sull’ elettronica e su tutto il fronte della componentistica. Deve cambiare la strategia del Paese sulle catene del lavoro, anche per gli impatti che si stanno generando sul fronte internazionale. È necessario poi intervenire su grandi produttori a partire da Stellantis per avere la garanzie che le produzioni della componentistica delle auto del futuro salvaguardino le realtà italiane. Serve poi definire strumenti adeguati di governo della transizione di tutela per i lavoratori coinvolti, sia sul fronte degli ammortizzatori, che quello della formazione professionale. Alcuni primi interventi sono stati fatti ma devono essere rafforzati ulteriormente per evitare licenziamenti. La discussione che sarà al centro del dibattito europeo, non deve essere motivo di ulteriori ritardi sul piano industriale e sulla destinazione delle risorse, anche perché la tendenza è verso le motorizzazioni elettriche e dobbiamo evitare che i ritardi sui fondi per la reindustrializzazione determinino solo saldi negativi sull’occupazione.”