Chevrolet Testudo, UFO italo-americano.

Giugno 20, 2022

Rivoluzionaria per i canoni statunitensi, la Chevrolet Corvair, lanciata nel 1960, si distingue non solo per i tratti originali che saranno di ispirazione anche per auto di produzione europea, ma soprattutto per scelte tecniche assolutamente fuori del comune Oltreoceano, come il motore “boxer” raffreddato ad aria collocato a sbalzo dell’asse posteriore. Una soluzione quest’ultima con effetti negativi nel comportamento su strada e che, dopo gli strali di Ralph Nader con il suo libro “Unsafe at any speed”, sarà fonte di serie difficoltà per la General Motors.

In Italia però la piattaforma della Corvair, nella versione coupé Monza, irrobustita e ridotta nel passo, farà da base alla clamorosa Testudo, presentata nel 1963 al Salone di Ginevra: concept car veramente futuristica e autentico capolavoro firmato da Giorgetto Giugiaro, allora giovane designer della Bertone. Qualcuno parlerà di una sorta di UFO che “materializza un pensiero lunare” e, senza dubbio, si tratta dell’interpretazione avveniristica di un modello dai contenuti già fortemente controcorrente.

D’ispirazione aeronautica

Bassissima (appena 1,07 metri di altezza), larga, dalle linee arrotondate, con l’aspetto che ricorda una tartaruga, da cui il nome, la vettura fa sensazione per la parte superiore in un solo elemento – comprendente tetto trasparente, parabrezza avvolgente, vetri e fianchetti laterali – completamente ribaltabile come per le carlinghe degli aerei. Sollevabile anche l’ampio lunotto sostenuto da un roll-bar, mentre i fari anteriori retrattili si appiattiscono sul cofano anteriore quando non sono in uso e sottili paraurti sono integrati nella carrozzeria.

Al posteriore, soltanto piccole prese d’aria a barre verticali denunciano la presenza del motore, il sei cilindri contrapposti 2,4 litri da 102 cavalli ripreso dalle Corvair di serie. Unica concessione al classico i cerchi a raggi, imperativo per le granturismo dell’epoca e il colore della carrozzeria grigio chiaro metallizzato verrà successivamente sostituito dal bianco.

Una concept funzionante

Analoga impostazione dai richiami aeronautici all’interno, con i due sedili molto avvolgenti, metà plancia e consolle centrale unite in un elemento a L che raccoglie i comandi secondari e la semplice strumentazione, volante a calice quasi rettangolare in metallo, un lungo maniglione di appiglio per il passeggero sul lato destro e un tendalino scorrevole separa il vano motore dall’abitacolo.

Dream-car, ma perfettamente funzionante e tra l’altro dalla stabilità in curva meno criticabile rispetto alla normali Corvair, la Testudo appare in alcune occasioni anche su strada, guidata da Nuccio Bertone e dallo stesso Giugiaro, suscitando stupore in chi la incontra.

Nessun futuro

Non altrettanto entusiasmo manifesteranno i dirigenti della General Motors, che non daranno seguito alla proposta, ma varie soluzioni stilistiche verranno riprese in seguito per più fortunate realizzazioni dell’atelier piemontese, come la Fiat 850 Spider o la stessa mitica Lamborghini Miura. La Testudo, invece, rischierà una brusca uscita di scena dopo il coinvolgimento in un incidente sulla pista di Monza mentre si gira uno spot pubblicitario, ma restaurata e per anni nel museo Bertone diventerà poi oggetto di alto collezionismo.