Il futuro di Cupra è ricco di novità all’orizzonte, soprattutto sul piano dell’elettrificazione, e promette grandi prospettive di crescita. Il marchio spagnolo, nato come reparto sportivo di Seat e poi diventato un brand autonomo nel 2018, lo scorso anno ha triplicato le proprie vendite attestandosi a 79.300 unità immatricolate (+189,4%).
Nel 2022 Cupra punta a raddoppiare questa cifra, e a raggiungere quota 500mila auto entro il 2025. Inoltre, sono stati annunciati di recente 3 nuovi modelli: due elettrici, la citycar UrbanRebel e il crossover Tavascan, e uno tradizionale (ma con una versione ibrida plug-in), il suv Terramar. Entro il 2025, quindi, Cupra avrà un’offerta composta da 8 modelli, 3 dei quali elettrici. Una line-up più numerosa di quella che oggi propone il brand Seat, formata da 6 modelli, nessuno dei quali elettrico.
Inoltre, Seat non ha comunicato – almeno per il momento – piani per introdurre nuove vetture in gamma, e l’assenza di annunci pesa soprattutto per quanto riguarda le proposte a zero emissioni. Si tratta, infatti, dell’unico marchio del gruppo Volkswagen a non avere in gamma né in cantiere (almeno ufficialmente) una vettura elettrica. A rendere più complicate le cose ci sono le vendite del brand Seat, che vanno nella direzione opposta rispetto a quelle di Cupra, con una flessione del 2% rispetto al 2021, per un totale di 391.200 auto immatricolate (8.100 unità in meno).
Alla luce di questi dati in molti hanno iniziato a credere in un progressiva marginalizzazione di Seat nel portfolio di brand del gruppo Volkswagen, complice la decisione di affidare non più a Seat ma a Cupra il ruolo di capofila nel progetto delle citycar elettriche per l’intero gruppo tedesco.
Il colpo finale, poi, sembra averlo dato il rincaro dei carburanti seguito al conflitto in Ucraina, che ha colpito duramente il metano – da sempre un cavallo di battaglia di Seat – facendo crollare dei 68% le immatricolazioni di auto a gas naturale in Italia, uno dei principali mercati per questa alimentazione. Una situazione che potrebbe velocizzare l’uscita di scena delle motorizzazioni a metano, già annunciata nel 2020 dal responsabile per lo sviluppo del gruppo Volkswagen Frank Welsch.
I manager del costruttore, tuttavia, continuano a sostenere che il futuro di Seat non sia a rischio. “Cupra non rappresenta la fine di Seat. Cupra darà a Seat un futuro, un futuro che sarà elettrico. Cupra è il futuro“ ha dichiarato l’amministratore delegato di Seat e Cupra, Wayne Griffiths.
Della stessa opinione anche Antonino Labate, direttore operativo (Coo) di Cupra, secondo il quale i clienti di riferimenti dei due marchi sono totalmente differenti, con Seat che continuerà a rivolgersi alla clientele generalista, oltre a focalizzarsi su nuove soluzioni per la mobilità, mentre Cupra andrà a sfiorare il segmento premium.
Ma se i rapporti di forza tra i marchi Seat e Cupra pongono qualche dubbio, a essere fuori discussione è il futuro della Seat S.A., azienda che ingloba al suo interno entrambi i brand spagnoli. Lo storico costruttore, che ha raccolto l’eredità della società fondata nel 1950 in partnership con Fiat (entrata nell’orbita di Volkswagen nel 1986), gode di ottima salute e ha chiuso il 2021 con vendite complessive in crescita del 10,3%, per un totale di 470.500 auto.
E i piani che il gruppo tedesco ha per l’azienda sono a dir poco ambiziosi: gli impianti di Martorell e Pamplona diventeranno due hub per la produzione di elettriche, dove il costruttore realizzerà non solo la Cupra UrbanRebel, ma anche le altre due compatte a batteria che ne condivideranno il pianale, una a marchio Skoda e una con brand Volkswagen. Seat S.A., inoltre, sovrintenderà alla creazione della prima Gigafactory del gruppo fuori dalla Germania, che sorgerà a Pamplona e a regime, a partire dal 2026, avrà una capacità produttiva di 40 gigawatt all’anno.