Hypercar, quando il motore è da corsa.

Giugno 6, 2022

Mercedes ha tolto ufficialmente i veli alla hypercar One, il cui powertrain è strettamente derivato da quello della monoposto di F1 W07 Hybrid, portata alla vittoria da Rosberg ed Hamilton nel 2016. La vettura sfrutta  una versione leggermente “addolcita” del 1.6 V6 turbo utilizzato sulla monoposto, ancorato alla monoscocca in carbonio con funzione portante. Questo lavora in tandem con il sistema ibrido E Performance composto da 4 unità elettriche, per una potenza di sistema di 1.063 cavalli

Due unità elettriche (da 120 chiloWatt) sono sistemate sull’asse anteriore, la terza (sempre da 120 chiloWatt) è associata alle ruote posteriori, a cui è collegato anche il motore endotermico, mentre la quarta (da 90 chiloWatt) è riservata ad azionare la girante del turbocompressore. Uno schema che riprende quello della MGU-H di Formula 1, per azzerare il ritardo di erogazione e recuperare l’energia termica che viene poi utilizzata come boost in fase di accelerazione. La Mercedes-AMG One non è la prima hypercar ad adottare un propulsore strettamente derivato dal mondo delle corse. Vediamo alcuni esempi che l’hanno preceduta. 

Ferrari F50

La F50 nacque nel 1995 per celebrare il 50esimo anniversario della Casa di Maranello. L’auto, inoltre, aveva il difficile compito di dare un’erede all’apprezzatissima F40 tra i modelli speciali Ferrari. Il progetto, nato da un’idea di Piero Ferrari, era quello di dare vita a una sorta di Formula 1 stradale. Si optò, quindi, per un telaio monoscocca realizzato in fibra di carbonio, su cui veniva installato il gruppo motore-cambio tramite un telaio ausiliario.

Era la prima volta che una Ferrari stradale adottava la stessa architettura usata per le monoposto di F1, e altrettanto eccezionale fu la scelta del propulsore: un V12 aspirato da 4,7 litri per 520 cavalli, derivato dal motore che equipaggiava la monoposto Ferrari 641 di Formula 1 (con cilindrata di 3,5 litri), con cui Nigel Mansell e Alain Prost disputarono il mondiale 1990. Il propulsore della F50, a sua volta, venne utilizzato come base per dare vita all’unità da 4,0 litri con cui la Ferrari 333 SP gareggiò nel campionato IMSA a partire dal 1994.

Porsche Carrera GT

Dopo la fine, nel 1989, dell’era turbo in Formula 1, Porsche iniziò a sviluppare un nuovo propulsore V12 aspirato con cilindrata di 3,5 litri per competere nella massima serie. Nel 1991 il motore, identificato dalla sigla “3512”, venne scelto dalla scuderia britannica Footwork Arrows per equipaggiare le proprie vetture, ma si rivelò pesante, ingombrante e poco affidabile. A metà stagione, quindi, la scuderia lo sostituì con un motore Cosworth, mentre Porsche decise di trasmormare il propulsore in un V10 da utilizzare nelle gare endurance. 

La cilindrata venne portata a 5,7 litri, diventando l’unità più grande e potente mai realizzata dalla Casa di Zuffenhausen, che intendeva montarlo sulla 9R3, l’erede della mitica 911 GT1. A vettura ormai completata, nel 1999, il costruttore decise si abbandonare l’intero progetto, per concentrarsi su nuovi modelli stradali come la Cayenne. Di conseguenza il propulsore V10 – in una versione depotenziata da 612 cavalli – venne utilizzato per spingere la Carrera GT, una supercar stradale prodotta in piccoli numeri tra il 2003 e il 2006.

Porsche 918 Spyder

Erede ideale della Carrera Gt, anche la Porsche 918 Spyder può vantare un powertrain dal pedigree corsaiolo. La vettura venne prodotta dal 2013 al 2015 in soli 918 esemplari, ed è stata la prima auto ibrida prodotta da Porsche (nello specifico si trattava di un’ibrida plug-in). Sotto il cofano troviamo un V8 da 4,6 litri per 608 cavalli, derivato dal motore utilizzato sulla sport-prototipo di classe LMP2 RS Spyder, che la Casa impiegava per le competizioni endurance sin dal 2006.

Il propulsore endotermico era coadiuvato da due unità elettriche, una su ciascun asse, per una potenza di sistema di 893 cavalli e 1275 newtonmetri di coppia massima. Lo schema ibrido, inoltre, traeva a piene mani dagli studi che la Casa stava effettuando per la sua futura vettura da corsa, la 919 Hybrid, che avrebbe vinto tre campionati del mondo endurance di fila tra il 2015 e il 2017.