Anfia: “La risalita del mercato auto è ancora lunga”.

Giugno 1, 2022

Presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, in collaborazione con il Comune, si è svolta l’Assemblea Pubblica Anfia 2022 – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica – intitolata “Muoversi nel XXI secolo: whatever it takes – L’automotive tra sviluppo sostenibile, transizione energetica e nuovi equilibri internazionali”.

“Il mercato italiano ha avuto un picco positivo nel 2017, con quasi 2,2 milioni di immatricolazioni di autoveicoli, per poi subire un rallentamento nel 2018 (-3,2%) e nel 2019 (+0,5%) e arrivare, nel 2020, a un crollo del 26,6% a seguito della pandemia“, ha osservato il presidente Anfia Paolo Scudieri.

“La strada è lunga”

“Nel 2021, nonostante il confronto con un anno pessimo, la crescita (+6,7%) non è stata tale da tornare ai volumi pre-Covid, arrivando a un totale di 1.670.000 unità contro i 2.133.000 del 2019. E il primo trimestre 2022 segna una contrazione del 22% a livello tendenziale soprattutto a causa dell’effetto attesa degli incentivi, misure soddisfacenti perché tecnologicamente neutrali e strutturate su più anni, ma ancora migliorabili, soprattutto per i Vcl, per mettere tutte le imprese della logistica urbana, non solo le piccole, nella condizione di efficientare i loro servizi di 2 trasporto, senza vincolarle subito a un’unica soluzione tecnologica, quella dell’elettrico”.

“Quanto alla produzione – prosegue Scudieri – dopo la crisi del 2012, è tornata a crescere nel 2014 e ha superato il milione di autoveicoli prodotti nel 2015, 2016 e 2017 (1.142.000 unità), per poi precipitare nuovamente: -7% nel 2018, -14% nel 2019 (appena 915.000 unità prodotte) e -15% nel 2020 (777.000), con gli effetti del lockdown e i blocchi e rallentamenti nella supply chain. Nel 2021 la produzione è cresciuta (+2,4% con 796.000 unità), ma non è tornata ai livelli del 2019. Riflettiamo sul fatto nel 2000 la produzione di autoveicoli in Italia superava 1,7 milioni di unità, mentre nel 2021 non si è toccata nemmeno la metà di questi volumi. Sempre nel 2000, eravamo il quinto Paese produttore di autovetture in Europa, mentre oggi siamo al settimo posto, superati da mercati come Repubblica Ceca e Slovacchia, che hanno una storia produttiva automotive decisamente più recente. E’ fondamentale per l’Italia tornare alla soglia del milione di autoveicoli prodotti annualmente, per continuare a rappresentare un polo produttivo significativo, dando così sostegno anche allo sviluppo competitivo della componentistica italiana, soprattutto in termini di mantenimento e crescita degli investimenti sul territorio”.

“Non solo l’elettrico”

“Per Anfia lo sviluppo della mobilità elettrica è un pilastro fondamentale – conclude Scudieri – è una delle tecnologie del futuro, è un percorso abbracciato da tutti i costruttori di veicoli e siamo chiamati a sollecitare le aziende della filiera a cogliere le opportunità di sviluppo offerte dall’elettrificazione. Diverso è, tuttavia, ostinarsi ad abbracciare una sola tecnologia, a oggi di totale dominio asiatico, creando pericolosi squilibri nel mercato e in ambito sociale, per il forte impatto che implica sul sistema industriale: in Italia abbiamo stimato la perdita di circa 73mila posti di lavoro nei prossimi anni, non compensati dalle circa 6mila nuove posizioni che creerà la mobilità elettrica. Apriamoci, quindi, al contributo che alla decarbonizzazione della mobilità di persone e merci, individuale e collettiva, possono dare, insieme all’elettrico, i biocombustibili, i carburanti sintetici, l’idrogeno, tecnologie su cui la filiera crede tantissimo e su cui sta già facendo grandi investimenti”.