Anche la Germania fa i conti con la continua crescita dei prezzi dei carburanti. Per questo il governo di Berlino ha deciso di intervenire imponendo uno sgravio fiscale sul costo di benzina e diesel (35,2 centesimi per la prima e 16,7 per il secondo) a partire dal primo giugno.
La decisione dell’esecutivo rischia però di essere quasi del tutto vanificata dall’ultima impennata del prezzo che è cresciuto in maniera preoccupante nell’ultima settimana. Oggi per un litro di “verde” – che qui si chiama Super E10 – si spendono 2,129 euro, mentre ce ne vogliono in media 2.026 per uno di gasolio. Prezzi che in alcuni casi vengono nettamente superati e che preoccupano soprattutto se paragonati con quanto succedeva solo due anni fa, prima dello scoppio della pandemia. All’epoca si spendeva quasi la metà di quanto non succeda oggi: per un litro di diesel, per esempio, bastavano 0.99 centesimi.
Lo sconto sulle tasse voluto dal governo, quindi potrebbe non bastare. A questo proposito c’è da registrare una presa di posizione molto dura di Andreas Mundt presidente dell’Ufficio federale tedesco che controlla l’antitrust: secondo il funzionario, che ha parlato alla rete nazionale RTL, i prezzi saranno sotto stretto monitoraggio. Infatti, anche le aziende petrolifere godranno di un “tax break” e il compito dell’ufficio sarà quello di vigilare che restituiscano quanto non pagato ai consumatori, sotto forma appunto di calo dei prezzi.
A far preoccupare il governo di Berlino e a far infuriare i consumatori è anche il paragone con la situazione al di là dell’Atlantico. In America attualmente il costo del carburante è di 4,74 dollari al gallone (ricordiamo che un gallone equivale a circa 3,78 litri) e questo provoca molto malcontento tra i cittadini. Ma, facendo una conversione, si scopre che in Germania, per esempio, per un gallone di “Super E 10” si spende, mediamente, l’equivalente di 8,96 dollari.
E le notizie che arrivano da Bruxelles – con l’Unione europea che ha raggiunto un’intesa per mettere al bando il 90% del petrolio russo entro la fine dell’anno come ritorsione per la aggressione all’Ucraina – non possono che aumentare la preoccupazione generale per l’andamento dei prezzi.