L’elettrica? Non resta (quasi) mai a secco.

Maggio 26, 2022

LONDRA – L’ansia da autonomia che circonda le auto elettriche non ha ragione di esistere. Dal 2020 a oggi gli interventi di soccorso stradale per andare in aiuto di automobilisti rimasti in panne con la loro vettura a batteria per mancanza di carica sono scesi del 50%, passando dall’8% del totale al 4%. A dirlo è Edmund King, presidente della Automobile Association, una delle organizzazioni inglesi che si occupa della materia. 

Il calo – secondo l’esperto – si deve da un lato alla accresciuta capacità da parte dei conducenti di gestire l’energia residua ma anche ai progressi tecnici, a partire da una sempre più capillare diffusione delle colonnine. La maggior parte delle auto elettriche, inoltre, sono ben equipaggiate per avvisare i conducenti quando rischiano di esaurire la batteria e dispongono di una serie di dispositivi di attenuazione. I veicoli più recenti sono dotati di una spia che si accende quando la capacità dell’accumulatore scende al 20%, mentre altri sono in grado di reindirizzare automaticamente il viaggio tramite il navigatore satellitare verso un dispositivo di ricarica. Altri ancora mettono l’auto in modalità “autonomia”, per il risparmio della corrente, che riduce l’accelerazione e consuma meno energia.

Guasti normali

Circa la metà del 4% dei clienti possessori di veicoli elettrici che l’AA classifica come “fuori carica” non ha effettivamente esaurito la batteria allo zero per cento, ma si trova a un livello basso e teme di non riuscire a raggiungere il prossimo punto di rifornimento disponibile.

Secondo l’azienda, i motivi più comuni per cui le auto elettriche si guastano sono esattamente gli stessi delle auto a benzina e diesel, ovvero problemi all’accumulatore da 12 Volt e ai pneumatici. Gli altri guai dei veicoli a batteria riguardano soprattutto apparecchiature di ricarica, spie luminose, sistemi di monitoraggio della carica o i trasponder delle chiavi.

Esperienza personale

Edmund King – che è un personaggio noto in Gran Bretagna e un pioniere della auto a zero emissioni che attualmente guida una Porsche Taycan – ha raccontato: “In vent’anni di guida di veicoli elettrici ho esaurito la carica solo in una occasione. Il mio primo veicolo elettrico era una Ford Think! con un’autonomia di neanche 60 chilometri e una volta ho provato a guidare dal centro di Londra a St Albans dove vivo, circa 40 chilometri. Ma era una notte buia e piovosa e non ce l’ho fatta. Ci sono state occasioni in cui mi sono trovato a corto di carica o con caricabatterie fuori servizio, ma è difficile rimanere a terra”.

Ecco il soccorso

In ogni caso, se ci si dovesse trovare in difficoltà con la carica, si può sempre chiedere aiuto. Il Royal Automobile Club, infatti, ha annunciato che entro la fine dell’anno un quinto dei suoi mezzi di soccorso sarà in grado di rifornire le batterie delle elettriche che dovessero trovarsi in panne. Grazie a un potenziamento del sistema “EV Boost”, i carri attrezzi potranno garantire in trenta minuti una autonomia di circa 16 chilometri. Questo in attesa dello sviluppo successivo, quando i carri stessi diventeranno elettrici.