Stellantis ha offerto a una parte dei lavoratori del suo stabilimento in Serbia la possibilità di scegliere se trasferirsi all’estero per due anni per riqualificarsi nella produzione di auto elettriche in un’altra delle sue fabbriche o essere licenziati.
L’azienda non ha precisato quanti dei 2mila dipendenti che lavorano a Kragujevac siano stati posti davanti a questa alternativa. In un comunicato in lingua serba, il costruttore ha parlato di “risultati incoraggianti”, visto che il 25% dei lavoratori chiamati in causa si sarebbe detta disposta a lavorare in un altro Paese e “più di 100 hanno accettato di farlo in altri stabilimenti Stellantis in Europa”.
Stizzita la reazione di Sasa Djordjevic, capo del sindacato dello stabilimento di Kragujevac secondo il quale è sbagliato costringere i lavoratori a scegliere tra lavorare all’estero e lasciare l’azienda.
“La Serbia – ha detto il rappresentante – ha promesso che avrebbe partecipato all’investimento di Stellantis con 48 milioni di euro e non è giusto usare questi soldi per licenziare i suoi cittadini o trasferirli all’estero”. Secondo Djordjevic, qualsiasi trasferimento, anche temporaneo, dovrà avvenire su base volontaria e sulla base delle leggi serbe.
Il mese scorso, Stellantis e Belgrado hanno firmato un accordo da 190 milioni di euro per la produzione di un veicolo elettrico compatto a Kragujevac, dove nasce oggi la 500 L. Per questo scopo gli impianti della fabbrica saranno aggiornati, così da ospitare una nuova piattaforma destinata alle auto a batteria.