Zastava Yugo, visione a batteria.

Maggio 17, 2022

L’elettrificazione stuzzica la creatività di molti artisti del web, sempre più coinvolti a trasformare con la fantasia auto vintage in veicoli a zero emissioni. Il graphic designer macedone Dejan Hristov – specializzato proprio in questo tipo di conversioni virtuali – ha immaginato una versione moderna 100% a batteria della Zastava Yugo, famosa auto jugoslava degli anni ’80 (dalle origini italiane), in patria la più venduta per quasi vent’anni.  

Un revival in chiave futuristica

Hristov ha reinventato la Yugo, vestendola con un outfit in stile elettrico e futuristico, mixando gli spigoli dell’originale con linee più morbide. Il frontale è dominato da fari a Led, gli specchietti retrovisori sono sostituiti da telecamere laterali, sulle portiere compaiono piccole maniglie a scomparsa, le sottili luci posteriori confluiscono orizzontalmente sotto il lunotto.

Tanti nomi

La stessa vettura in altri mercati europei assunse nomi diversi come Tempo e Ciao, mentre in Italia venne commercializzata come Innocenti Koral. La Yugo nacque per opera della Fiat, che nel 1980 era in cerca di un erede per la 127. Nonostante fosse quasi ultimato, il progetto di quella che sarebbe diventata la Yugo venne scartato perchè considerato poco innovativo e venduto alla Zastava, partner di Fiat.

L’auto era meccanicamente molto simile alla 127, da cui ereditava il motore da 903 centimetri cubici e 45 cavalli. Successivamente il propulsore aumentò di cilindrata fino a 1.3 litri. Oltre alla versione di serie berlina, furono introdotte altre varianti del modello, una cabriolet e addirittura una sportiva denominata GVX.    

Una storia travagliata 

La Yugo – che doveva sostituire la Zastava 750 (versione locale della Fiat 600) – oltre a essere stato il primo veicolo di un marchio dell’Europa dell’est a essere esportato negli Stati Uniti, è anche ricordato per aver vissuto un’esistenza segnata dalla guerra. Con l’inizio dei conflitti che coinvolsero il Paese negli anni ’90, la produzione dell’auto – simbolo dell’industria nazionale – subì forti rallentamenti, causati dei bombardamenti Nato sulla fabbrica della Zastava a Kragujevac (oggi di proprietà di Fiat), nell’attuale Serbia. Una volta ripresa la produzione, l’auto rimase in listino fino al 2000.