Nata con grandi ambizioni, per competere nel campo delle auto di prestigio ad alte prestazioni, dal lancio nel 1962 del primo modello IR300 GT, carrozzato dalla Bertone su disegno di Giorgetto Giugiaro, la Iso Rivolta riesce a conquistare uno spazio non trascurabile nel selettivo ambito di mercato dove deve fare i conti con il gotha Ferrari, Maserati e Lamborghini. In evidenza nel corso del tempo la bella coupé Grifo e meno riuscita la berlina Fidia, entrambe ancora legate al binomio Bertone-Giugiaro, e verso la fine degli anni Sessanta l’azienda, guidata da Piero Rivolta che ha sostituito lo scomparso padre e fondatore Renzo, inizia ad attraversare momenti non facili incontrando difficoltà per l’aggiornamento della gamma.
Caso fortunato il desiderio di un facoltoso cliente americano che chiede un modello esclusivo ed è disposto a farsi carico delle spese ingenti di allestimento. Da questa opportunità nasce il progetto di una vettura che, utilizzandone la piattaforma e la meccanica di base, andrà a sostituire l’ormai anziana IR300.
Al Salone di New York del 1969 viene dunque presentato il prototipo di una nuova coupé sportiva a quattro posti, dalle abbondanti dimensioni (lunghezza di 4,65 metri) che viene battezzata Lele, il nomignolo di Piero, firmata questa volta per la Bertone da Marcello Gandini. Favorevole l’accoglienza da parte del pubblico e rapidamente si avvia la produzione in serie.
L’aspetto è originale e piuttosto ricercato nei tratti, con un frontale caratterizzato dai quattro fari circolari parzialmente a scomparsa, prese d’aria verticali sui parafanghi sia anteriori che posteriori e paraurti (prima in sintetico poi in metallo) integrati nella carrozzeria, manca il portellone posteriore per l’accesso al bagagliaio, comunque di buona capienza. All’interno, c’è spazio sufficiente anche per chi siede dietro e gli allestimenti sono di stampo artigianale con utilizzo di legno e pelle per sedili, volante, plancia, rivestimenti delle portiere e consolle centrale.
Dal punto di vista tecnico la Lele ricalca i contenuti della IR300, con schema a trazione posteriore, sospensioni anteriori a quadrilateri e ponte De Dion posteriore, quattro freni a disco, i posteriori in board. Il motore è sempre il V8 americano della Chevrolet Corvette, 5,3 litri (dal 1970 5,7), albero a camme centrale e carburatore quadricorpo. A sole quattro marce il cambio, ma a richiesta sono disponibili un cinque marce ZF o un automatico, e non manca il differenziale autobloccante. Due le varianti di potenza, 300 o 350 cavalli, per prestazioni di livello con velocità di 230 o 250 chilometri orari.
Il prezzo, al lancio, è contenuto rispetto alle concorrenti (poco più di sei milioni di lire contro i circa sette/otto delle Maserati, Ferrari e Lamborghini paragonabili) ma si pagano a parte servosterzo e climatizzatore, optional praticamente obbligati.
Causa la rottura dei rapporti contrattuali con la General Motors, nel 1972 si sostituisce il motore adottando un V8 Ford Cleveland di cilindrata analoga da 325 cavalli, che salgono a 360 per la versione Sport del 1973. A partire da quello stesso anno, la Iso Rivolta si impegna in Formula 1 per un paio di stagioni, ormai rilevata da un gruppo statunitense, e l’avventura sportiva contribuirà al tracollo finanziario definitivo dell’azienda, che chiude i battenti nel 1974.
Così la Lele, ultima granturismo del marchio, termina a sua volta la carriera dopo meno di 300 esemplari costruiti.