Rivian, titoli in bilico.

Maggio 10, 2022

C’è grande incertezza sul futuro di Rivian. Il costruttore di mezzi elettrici – sostenuto economicamente da Ford e Amazon – è stato quotato in borsa lo scorso anno ma, da allora, i titoli sono crollati e oggi valgono l’87% in meno dello scorso novembre. Inoltre l’8 maggio è scaduto l’embargo sulle vendite delle azioni che quindi ora possono essere cedute.

Lunedì mattina Rivian ha perso un ulteriore 21% e l’attenzione è tutta concentrata su cosa faranno il costruttore di Detroit e il colosso dell’e-commerce che sono i due azionisti principali con, rispettivamente, l’11,4% e il 17,7%.

Occhi su Detroit

Secondo gli esperti, è difficile che Amazon – che ha ordinato entro il 2030 100mila veicoli elettrici da Rivian – cambi la propria posizione all’interno della socieà. Per Ford il discorso potrebbe essere differente. L’Ovale blu ha investito 1,2 miliardi di dollari e potrebbe scegliere di disimpegnarsi, almeno in parte.

Questo anche in considerazione del fatto che il pick up a batteria di Ford, l’F150 Lightning, ha avuto un notevole successo e che Rivian sta realizzando un mezzo simile, l’RT1. A gennaio 2022 il ceo di Ford Jim Farley ha confermato che il costruttore “stava osservando la situazione” e attualmente il portavoce della società non ha voluto commentare la possibilità di un disimpegno.

Un successo breve

Quella di Rivian è stata la più grande IPO realizzata negli Stati Uniti nel 2021. L’entusiasmo degli investitori – a caccia di aziende con prospettive nel settore delle auto elettriche – ha raggiunto l’apice pochi giorni dopo il suo debutto pubblico del 10 novembre, portando la capitalizzazione di mercato a oltre 150 miliardi di dollari.

Da allora, tuttavia, le azioni sono crollate da un massimo di 172 dollari il 16 novembre a circa 23, poiché il sentimento del mercato nei confronti di questi titoli è decisamente cambiato e i rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve hanno accresciuto il fascino dei beni rifugio.

Inoltre, le carenze della catena di approvvigionamento e l’impennata dei costi delle materie prime hanno paralizzato le nuove aziende di mezzi a batteria, costringendole ad abbassare gli obiettivi di produzione e facendo sembrare le loro valutazioni ancora più esose.