Nikola: l’approvvigionamento funziona.

Maggio 6, 2022

I problemi di approvvigionamento non coinvolgono per ora Nikola. Il costruttore di camion elettrici, che ha effettuato in aprile le consegne dei suoi primi 11 esemplari ed esce da un periodo complicato, ha confermato di essersi assicurato tutti i materiali necessari, componentistica compresa per soddisfare il proprio obiettivo che è quello di offrire ai clienti, entro l’anno, tra i 300 e i 500 mezzi a batteria, “nonostante le difficoltà geopolitiche del 2022”. La notizia ha fatto volare le azioni della compagnia di oltre il 7% in terreno positivo. 

La società ha confermato di attendersi un introito oscillante tra i 15 milioni e i 18 milioni di dollari nel secondo trimestre 2022 e la consegna tra i 30 e i 50 esemplari. Questa prospettiva supera quella degli analisti di Refinitiv che non si aspettano una cifra superiore agli 11,5 milioni.

Anche a idrogeno

Nikola sta anche costruendo un semirimorchio elettrico a idrogeno con una autonomia di fino a 650 chilometri e un tempo di rifornimento di meno di 20 minuti che gli permetterebbe di trasportare merci su distanze più lunghe.

Conti da sistemare

Le buone notizie sono arrivate insieme ai conti trimestrali per il periodo gennaio – marzo 2022 nel quale la perdita netta si è ampliata a 152,9 milioni di dollari, o 37 centesimi per azione rispetto ai 120,2 milioni, (31 centesimi per titolo) di un anno prima.

Intanto la fase 1 dell’impianto di produzione di Nikola in Arizona è stata completata: lo stabilimento è attrezzato per produrre 2.500 camion all’anno. Il costruttore ha fatto sapere di avere già iniziato la seconda fase, che consisterà in un’espansione dell’area di assemblaggio, e che dovrebbe essere completata il 2023. A quel punto la produzione di camion dell’azienda potrebbe salire a 20mila unità in 12 mesi, su due turni di lavoro.