La prima di Tonale.

Maggio 5, 2022

COMO – Salire a bordo di una nuova Alfa è sempre un’emozione di più. Figuriamoci se si tratta di un modello atteso da marzo del 2019 quando è apparso per la prima volta al Salone di Ginevra. Tre anni dopo la Tonale è finalmente qui. Sei colori e uno che cattura più degli altri: si chiama verde Montreal e il riferimento alla storia del marchio è subito chiaro. 

Da Volta alla Tonale

L’auto fa bella mostra davanti al Tempio Voltiano direttamente sulle sponde del lago di Como, luogo che connette la nuova Alfa elettrificata alla storia, alle radici del nuovo mondo a batteria. Il motore è il 1.5 a benzina abbinato a un sistema ibrido a 48V e – nel caso della vettura in prova – al turbo a geometria variabile per una potenza di 160 cavalli (ma c’è anche una versione a 130 cavalli). I numeri della Tonale li trovate qui ma è utile ricordare che la trasmissione è automatica a 7 rapporti con doppia frizione e soprattutto un compatto propulsore elettrico all’interno per 15 chilowatt di potenza e 55 Newtonmetri. 

Benchmark Lexus

Basta parole: si schiaccia il pulsante e l’avventura della Tonale ha il suo via. Silenzio. Atmosfera da giapponese premium più che da sportiva italiana. D’altronde Jean-Philippe Imparato, ceo di Alfa Romeo, lo aveva detto: “Il benchmark è Lexus”. Parlava di qualità ma qualcosa deve essere sfuggita di mano. Meglio così perché i primi metri percorsi sono piacevoli e c’è tutto il tempo di sentire il movimento degli occhi di chi, passeggiando sul lungolago, non può che girarsi davanti alla nuova Alfa. Il tempo di uscire dal traffico di Como e di accelerare – sempre rispettando i limiti imposti dal Codice della Strada – e l’anima della Tonale è messa a nudo: il sound resta un po’ soffocato, più pop che rock ma l’allungo di coppia che il motore garantisce su un ampio numero di giri è una garanzia di divertimento per tutti. A patto di mettere il selettore in Dynamic perché in Normal tutto è più mediato dall’intelligenza artificiale per tenere bassi consumi ed emissioni. 

Diretta e senza filtri

Si sale su verso il museo del ciclismo alla Madonna del Ghisallo e lo sterzo mostra tutta la sua precisione: un feeling diretto che disegna sulla carreggiata una traiettoria in modo semplice come un gessetto sulla lavagna. Non male. E’ in curva che secondo noi la Tonale dà il meglio: il crossover italiano si inserisce anche nei tornanti più stretti con un posteriore che segue l’anteriore senza mai mettere in difficoltà chi è alla guida. Anche spingendola un po’ oltre la Tonale non si scompone mai e resta ben attaccata alla strada. Semmai qualche patema arriva dagli appassionati di ciclismo che da queste parti sono veramente tanti: è facile trovarli davanti quando si esce dalla curva (anche perché la salita è veramente impegnativa) ma la frenata grazie anche all’impianto Brembo è efficace e sicura per tutti, dentro e fuori la Tonale. Buona l’interazione tra elettrico e benzina: i due si danno il cambio in decelerazione (coasting), si combinano insieme in accelerazione oppure viaggiano da soli, in modo assolutamente naturale e senza che il guidatore si accorga di nulla.

Ibrida ricaricabile in arrivo

Il cambio asseconda bene il motore che seppur compatto ha prestazioni – dichiarate e non verificate in strada – interessanti per la categoria: un passaggio da 0 a 100 in 8,8 secondi e una velocità massima di 210 chilometri all’ora. Numeri che preparano un’attesa, quella per la versione ibrida ricaricabile plug-in che di cavalli ne avrà 275. Ci sarà da divertirsi. Senza penalizzare troppo l’impatto ambientale: la Tonale Phev potrà viaggiare per circa 60 chilometri a zero emissioni e sarà omologata per 32-35 grammi di CO2 per chilometro. Il calendario completo della strategia di lancio della Tonale lo trovate qui. 

Uno sguardo al passato

All’interno colpisce positivamente la strumentazione digitale a cannocchiale della tradizione Alfa e la relativa velocità di connessione tra smartphone e vettura. In totale gli schermi digitali superano i 22 pollici. Semmai a non convincere completamente è l’impostazione con troppi pulsanti e poca semplificazione dei comandi. Ma chi ha mai scelto un’Alfa per la sua plancia?