Prosegue il trend fortemente negativo per il mercato automobilistico italiano. Secondo i dati forniti dal ministero dei Trasporti ed elaborati dall’Unrae (l’associazione dei costruttori esteri), ad aprile le immatricolazioni si sono fermate a 97.339 unità, pari a un crollo del 33% per una perdita di 47.904 auto rispetto allo stesso mese del 2021. Un dato influenzato anche dall’attesa per gli incentivi che, pur se approvati dal governo, non sono ancora divenuti operativi. Dall’inizio dell’anno le nuove targhe ammontano complessivamente a 435.647, in calo del 26,5% e con 156.841 immatricolazioni in meno rispetto a un anno fa.
Ad aprile tutti gli utilizzatori fanno registrare prestazioni negative. I privati segnano una flessione pari al 40,1%, mentre le autoimmatricolazioni scendono del 31,4%. Il noleggio a lungo termine segna una perdita dell’11,3%, con il breve termine che crolla del 39%. Infine, le società scendono del 14,7%.
Lo scorso mese la maggior parte dei costruttori ha visto una flessione a doppia cifra. Fanno eccezione DS (+27,7%), Maserati (+5%), Cupra (+193,5%), DR Motor (+96,4%), Honda (+61,4%) e Tesla (+22,7%).
Al primo posto con 9.474 unità immatricolate continuiamo a trovare la Fiat Panda, che è anche l’auto più venduta dall’inizio dell’anno (39.432). A sorpresa la Ford Puma si posiziona al secondo posto. Seguono Volkswagen T-Roc, Lancia Ypsilon, Dacia Sandero e Toyota Yaris Cross.
Ad aprile l’elettrica più venduta è stata la Fiat 500 con 494 unità, seguita dalla Smart Fortwo e dalla Dacia Spring. L’ibrida plug-in più gettonata si conferma la Jeep Compass con 1.151 auto.
Ad aprile continua a diminuire lo share delle motorizzazioni tradizionali: le auto a benzina scendono al 27% di rappresentatività (dal 31,8% di un anno fa), il diesel passa dal 23 al 21%, il metano crolla allo 0,9% (dal 2,2%). Crescono invece le auto a Gpl, ora al 7,4% (rispetto al 6,4% del 2021), e quelle ibride, con uno share del 35% (sul 28,7% dello scorso anno). Bene anche le plug-in, che passano dal 4,6% al 5,6%, mentre le elettrico vanno incontro a una lieve flessione nella quota di mercato, ora scesa al 3,1% rispetto al 3,3% di un anno fa.